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18 dicembre 2018, congresso FLC CGIL: i lavori della mattina

Le immagini della giornata

Alle 9,50 il presidente Carlini dà la parola, per i saluti, a Giammarco Manfreda a nome della Rete degli studenti medi e di UDU. Giammarco inizia il suo intervento ricordando l’imprescindibilità del contributo degli studenti, insieme ai docenti, nel mettere in campo un’azione comune per la scuola e la formazione. In momenti come questo è importante ricordare che in questi ultimi anni hanno cercato di farci credere che i principi e i valori nati nel ’68 fossero sbagliati. L’istruzione per tutti deve essere un diritto non una semplice possibilità. Probabilmente, prosegue Giammarco, nelle nostre ultime iniziative abbiamo fatto qualche errore di comunicazione: le nostre posizioni a difesa della scuola e contro la legge 107/15 sono state percepite come conservatrici. Non basta difendere l’esistente: dobbiamo costruire una proposta alternativa. In questa proposta va inserito il ruolo degli studenti anche nella costruzione del progetto educativo. C’è una questione prioritaria: quale può e deve essere il ruolo della scuola e della formazione in un mondo così cambiato. Rispetto all’alternanza scuola lavoro è importante ribadire che deve avere finalità formative e non deve semplicemente rispondere a quanto propone l’imprenditoria: la scuola deve incidere sul mondo fuori di sé.

Interviene Giacomo Cossu della Rete della conoscenza che sottolinea due elementi centrali presenti nella relazione di Sinopoli. C’è una questione distributiva delle risorse e una questione democratica. In questi anni si sono concentrate risorse sulle eccellenze invece di investire per superare le debolezze del sistema formativo. Dobbiamo rilanciare una grande battaglia per lo sviluppo degli investimenti su scuola, formazione e ricerca. Noi siamo per l’uguaglianza e per la lotta alle discriminazioni e la questione democratica passa attraverso il rafforzamento della libertà di insegnamento e la lotta contro i “test a crocette”. Dobbiamo tenere insieme le iniziative per i diritti sociali e per i diritti civili. Sull’alternanza scuola lavoro, Giacomo ha ribadito che non si può trasformare il tempo di formazione in tempo di lavoro.

Dalla Presidenza viene letto il messaggio pervenuto dai genitori di Giulio Regeni, mentre sullo schermo compare la scritta “Verità per Giulio Regeni”.
“Buon giorno, siamo Paola e Claudio, i genitori di Giulio Regeni, che tutti voi ormai avete avuto modo di conoscere per la sua tragica uccisione avvenuta in Egitto nel febbraio del 2016.
Vi ringraziamo per la Vostra attenzione e per aver portato con voi nelle vostre rispettive Regioni il bracciale giallo, oggetto che veicola la nostra incessante ricerca di Verità e Giustizia per Giulio assieme a tutti i Giuli e le Giulie che giornalmente vedono violati i propri diritti umani.
Leggendo il titolo del congresso, ci è venuto spontaneo ricordare una frase di Giulio, che è stata ripresa già in altre occasioni, dal Governo dei Giovani di Fiumicello, paese in cui risiediamo, una frase che riassume a nostro avviso il rapporto tra Costituzione e Conoscenza.
Giulio, allora aveva 19 anni e frequentava l’ultimo anno delle Superiori allo United World College, il Collegio del Mondo Unito, negli Stati Uniti ed aveva risposto ad un’intervista per il decennale del progetto Governo dei Giovani.
Alla domanda: cos’è per te la libertà?
Giulio aveva risposto: …Uh, cominciamo con le domande facili, eh? “per me la libertà è la possibilità di esprimere te stesso a livello intellettuale all’interno di un sistema sociale capace di supportarti nelle tue scelte”.
Questa frase riassume con poche concise parole il percorso di vita di Giulio, che l’ha poi portato a voler approfondire sempre più sia tramite i suoi studi sia con le esperienze di vita reale, il rapporto tra conoscenza, condizioni sociali e ruolo delle Istituzioni. Tenendo ben presente l’aspetto delle relazioni umane, quali elementi fondanti della vita sociale.
Giulio, assieme a tanti giovani della sua età, rappresenta un salto di mentalità, rispetto alle generazioni precedenti, il Beatson, direbbe la mappa non è il territorio. Una conoscenza che si costruisce e modifica continuamente sul confronto tra le persone, sia a livello europeo sia a livello internazionale. Giulio come tanti e tante suoi e sue coetanee parlava tante lingue, cercando nel contempo di comprendere il pensiero e le radici culturali e storiche di chi le utilizza.
Purtroppo, non tutti cercano il dialogo allo stesso modo, non c’è ancora reciprocità su ciò, ma lui l’ha cercata con determinazione in tutte le persone che ha incontrato.
Mediante la ricerca del dialogo e del confronto aperto, mettendo a disposizione la propria idea di società e di valori di rispetto e considerazione di uguaglianza tra tutti gli uomini, crediamo possa dare un contributo a migliorare le condizioni di vita nel nostro mondo, ognuno col suo piccolo contributo personale.
Giulio, era andato in Egitto per la sua ricerca di dottorato, era andato per capire il mondo del lavoro, dell’economia, della vita delle persone, purtroppo non sapremo mai le sue considerazioni finali ma crediamo che fossero in linea con il miglioramento della nostra società a tutti i livelli con la diffusione della conoscenza e l’applicazione dei principi alla base della nostra Costituzione democratica.
In questo momento più che mai, conoscenza per noi significa diritto alla verità, sull’uccisione di nostro figlio.
Cogliamo l’occasione offertaci per lanciare un appello a tutti quelli che si rispecchiano nei valori della Costituzione: vi invitiamo a chiedere insieme a noi Verità e Giustizia per Giulio. Assicuratevi che in ogni sede della CGIL ci sia uno striscione giallo con Verità per Giulio Regeni. Grazie, un saluto ed un abbraccio a tutti Voi, Paola e Claudio Regeni”.

Dario Missaglia, responsabile Area Education della Fondazione Giuseppe Di Vittorio (FDV), ha inviato un messaggio di saluto che viene letto dal presidente del congresso:
“Cari compagni/e, mi sento molto vicino a voi in queste giornate di congresso. Non solo per un affetto antico, che resta un valore. Penso soprattutto quanto sia importante oggi, ridare forza e rappresentanza alla nostra Confederazione. Abbiamo bisogno di una CGIL forte, unita e solidale per affrontare le sfide inedite del presente.
Inizia fortunatamente a emergere la consapevolezza di quale danno economico stia già producendo questo Governo sul terreno delle politiche economiche e sociali. Ma c’è un danno ancor più grave che si sta abbattendo sul Paese e sulle persone: una regressione culturale che questo Governo aggrava ed alimenta ogni giorno, senza che ad oggi ne sia percepita per intero la gravità. Una regressione che mette in discussione i valori costitutivi della convivenza democratica che noi abbiamo contribuito a diffondere e difendere. È tempo dunque di un nuovo impegno politico, culturale, educativo, per ricostruire un nuovo orizzonte. La FLC CGIL, per la sua storia, può dare in questo senso un contributo straordinario. In tante iniziative promosse da Proteo e dalla Fondazione Di Vittorio, abbiamo cercato in questi anni di praticare questo impegno. Continuerò ad essere con voi”.

Il dibattito congressuale

Inizia il dibattito con gli interventi delle delegate e dei delegati di cui abbiamo dato un ampio resoconto con le sintesi e le registrazioni audio.

La platea congressuale

A nome della Commissione verifica poteri, prende la parola Cesare Cagnetta che, fornisce alcuni dati sulla composizione della platea congressuale: sulla base di tali dati dichiara validi i lavori congressuali. I delegati e le delegate sono complessivamente 397 di cui 191 donne pari al 48,11%. I compagni e le compagne provenienti dai luoghi di lavoro sono pari al 50% dei delegati.

La Lectio magistralis

“Perché la ricerca è utile se è libera: il rapporto tra chi la ricerca la fa e chi invece la paga” è il titolo della Lectio magistralis del professor Roberto Battiston, ordinario di Fisica sperimentale all’Università di Trento. Guarda il video e scarica le slide.

Battiston ha impostato la sua lezione incentrandola su quattro macropunti, in maniera sintetica ma esaustiva.

Il rapporto fra scienza, politica e potere, qualunque forma di potere, tra scienza, politica e libertà. Se la politica è per sua essenza l’arte della gestione del potere, la scienza rappresenta una forma di potere, fortemente caratterizzata per indipendenza ed autonomia. Che si tratti di mecenati, di industria o di governi, la dinamica che nasce tra chi la ricerca la fa e chi la finanzia può influenzare, anche profondamente, la qualità del risultato e gli effetti possono essere drammatici.
Un esempio estremamente rappresentativo è lo scontro tra scienza e chiesa e il primo grande casus belli è stato quello di Galileo Galilei, se Galileo avesse accettato di sottostare alle ingerenze del potere secolare non sarebbe esploso lo scontro. La scienza moderna inizia infatti con Galileo, quando lo scienziato si rifiutò di accettare la supremazia della Chiesa nella descrizione e nello studio della realtà fisica.
Lo scontro fra chi avesse il diritto e il potere di discutere di alcune cose, fra scienza e chiesa.

Il predominio della politica e dell’ideologia sulla scienza: anche in questo caso vi è un esempio emblematico, il caso Lysenko. La storia racconta chiaramente che le modalità pseudo scientifiche di applicazione di alcuni studi distrussero interi territori e li condannarono alla carestia. La politica che impone ideologie totalitarie che colpiscono la scienza. Esiste una scienza di carattere patologico e il rapporto con la società crea danni irreparabili.

Il rapporto tra la scienza e la mediaticità, l’importanza della libertà e dell’autonomia della scienza rispetto ad una serie di fattori: politica, potere, media, la soluzione delle interferenze come generatori di problemi è riconoscere il prestigio del potere scientifico, e questo si rivela come l’unico modo per difendere la scienza. Si pensi al fascino popolare delle cure alternative mescolate agli interessi dell’industria come uno degli effetti prodotti dal pericolo della troppa esposizione alla mediaticità.

Il ruolo della scienza e della conoscenza è ben definito e rappresentato nella nostra Costituzione ed è ben definito e rappresentato il tema dell’autonomia e della libertà rispetto al potere politico, si pensi agli articoli 9 e 33. Negli altri Paesi, la Francia ad es. è garantita la libertà di insegnamento e i ricercatori godono di piena autonomia, in Germania è garantita la libertà accademica, negli Stati Uniti gli insegnanti hanno libertà in classe di insegnare la propria materia, come espresso nella Dichiarazione sui principi della libertà accademica del 1940 che, consente però alle istituzioni di imporre limitazioni della libertà di ricerca.

Il terzo macro tema affrontato ha riguardato l’emigrazione dei giovani e dei cervelli che consta di numeri troppo elevati, di cifre insopportabili dalla società italiana e già rappresentative del declino.
Mediamente abbiamo una popolazione italiana poco formata nelle nozioni di base di matematica, soprattutto al sud e un numero altissimo di giovani che non sono né in formazione né al lavoro, i cosiddetti neet.

Il quarto ed ultima tema riguarda lo spazio come nuova frontiera per scienza ed economia, tuttavia esiste ancora la necessità di sottolineare che senza la scienza di base non potremmo avere le applicazioni tecnologiche, funzionali che impattano sulla nostra vita quotidiana sui tempi brevi tanto quanto impattano sul nostro futuro con tempi lunghi. Investire sulla scienza di base oggi significa darci la possibilità di fare una scoperta domani. La space economy muove 330 mld euro anno, nella space economy sta succedendo oggi quello che è successo per google ad esempio, per le grandi piattaforme digitali che hanno rivoluzionato la vita quotidiana di ognuno di noi. Lo spazio è competitivo, collaborativo e globale, è collaborativo perché i grandi risultati si ottengono attraverso l’impegno collettivo.

L’immaginazione è più importante della conoscenza, l’immaginazione di per sé abbatte i limiti. Le parole chiave che devono restare immobili nel tempo sono formazione, conoscenza, autonomia e libertà della ricerca.

Al termine della Lectio magistralis i lavori vengono sospesi per il pranzo.

IV Congresso della FLC CGIL. Seconda giornata: i lavori della mattina

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