La sintesi dell'intervento della segretaria confederale della Cgil.
Nelle sue conclusioni al IV Congresso nazionale della FLC CGIL la segretaria confederale Tania Scacchetti ha voluto cogliere in particolare due tratti della vastissima discussione tra i delegati e tra gli ospiti delle tavole rotonde.
Tania Scacchetti
Il primo è la consapevolezza del gruppo dirigente dei cambiamenti enormi, pervasivi che stiamo vivendo e che ci impongono delle ardue sfide anche di carattere culturale e di presentare progetti e proposte alternative.
Il secondo tratto è la diffusa preoccupazione per la crisi dei valori e dei principi della nostra Costituzione.
Sono due aspetti della discussione che indurrebbero al pessimismo, ma Scacchetti preferisce ricorrere all’ottimismo della volontà: prima di tutto per la forza della storia della Cgil nella storia del paese e in secondo luogo perché il bilancio dallo scorso congresso a oggi porta anche dei segni positivi. Tra questi la segretaria cita i rinnovi dei contratti, in particolare quelli pubblici, che erano i più difficili anche perché ostacolati da una legislazione e da riforme ostili.
La difesa del Contratto collettivo nazionale nel contesto difficile degli ultimi 20 anni, non solo è applicare la Costituzione, così tanto evocata nel congresso FLC. È soprattutto riaffermare il valore della rappresentanza sociale, che è stato svilito e che questo governo non considera nel suo carattere fortemente plebiscitario. Un governo divisivo anche nei rapporti sociali che cerca di dare risposte corporative, su singoli problemi creando competizione tra deboli.
Non è un caso se, come risulta da un’indagine del CNEL, la rappresentanza dei lavoratori e dei datori di lavoro sia sempre più parcellizzata, con il proliferare di associazioni e sindacati corporativi che diventano interlocutori negoziali su questioni molto specifiche, singolari, parziali, il contrario della vocazione confederale, dove combattere per il diritto di uno significa affermare il diritto di tutti. Il sindacato si indebolisce se perde presso l’opinione pubblica la sua funzione e il suo ruolo di rappresentanza e di mediazione.
E proprio sui contratti Scacchetti ha chiamato alla mobilitazione per i prossimi rinnovi che dovranno anche dare una risposta in termini salariali. La Cgil ha già costruito la sua proposta e il suo progetto per rispondere alle sfide dei nostri tempi, che sono scritti nel Piano per il lavoro e nella Carta dei diritti. Da questi documenti emerge una concezione del lavoro alternativa da quella neoliberista. L’impegno è riuscire a rappresentare tutti i lavori e tutti i lavoratori, forti e deboli, intervenire sulla professionalità, sull’organizzazione del lavoro, sulla formazione.
Per farlo Scacchetti suggerisce che il sindacato abbia il coraggio di superare vecchie ricette, non più adeguate ai cambiamenti in corso, per questo il sindacalista deve diventare curioso, studiare la realtà, avere il coraggio di sperimentare nuove strade. Anche per cambiare una concezione del lavoro che si va diffondendo, soprattutto tra i giovani, del lavoro gratuito, precario, come concessione benevola in attesa di meritare un lavoro vero. Per spiegarsi ha raccontato la storia del concorso che un grande gruppo internazionale di moda ha lanciato tra i giovani: inviare il disegno di una borsa e il vincitore avrebbe beneficiato di uno stage di 3 mesi non retribuito presso l’azienda. Un verso sfruttamento delle opere d’ingegno. Anche la cosiddetta democrazia dei click ha permesso il proliferare di queste concezioni e ha reso difficile per il sindacato far passare il suo messaggio più complesso.
Questa situazione richiede, secondo Scacchetti, una maggiore confederalità del lavoro sindacale, per fare uscire i lavoratori dall’isolamento. E ha fatto l’esempio dell’importanza di far incontrare i docenti con altri lavoratori, genitori, per superare lo scontro tra scuola e famiglie.
Ma molti altri temi superano l’interesse diretto della categoria. Il futuro di tutti dipende anche dagli investimenti in conoscenza, la mercificazione dei processi di apprendimento, la formazione lungo l’arco della vita, il rapporto scuola-lavoro, la precarietà del lavoro, l’autonomia differenziata, il superamento di leggi sbagliate su scuola, università, ricerca, sono problemi dell’intera comunità. Per essere in questi processi e cambiarli serve un’elaborazione confederale.
La Cgil non è stata immobile. Scacchetti ha ricordato le mobilitazioni di questi anni, oltre alla costruzione di un progetto, ma non ha potuto colmare il vuoto politico, anche perché non è il suo ruolo. Il sindacato fa opposizione sociale e questo ha fatto la Cgil. Si tratta di proseguire su questa strada e il prossimo passo è la piattaforma unitaria con Cisl e Uil.
La crisi della politica e soprattutto della sinistra, che negli ultimi anni ha governato su linee non sue e ha rotto la relazione col suo popolo, ha creato difficoltà anche alla Cgil. Il disagio sociale è stato colmato da altri soggetti politici, soprattutto dalla destra che, interpretando problemi reali, ha dato risposte sbagliate ma di facile esplicitazione. Come ad esempio sulla sicurezza, dove i dati più gravi riguardano gli incidenti del lavoro, ma il messaggio si concentra su altro. Il giudizio sul governo è senza sconti: antidemocratico, si fonda su un contratto e non su alleanze, violento senza rispetto per l’opposizione.
Infine, la segretaria confederale ha ripercorso le fasi congressuali, ricordando il grande consenso al documento “Il lavoro è” e alla sua forza programmatica che richiede l’impegno di tutta l’organizzazione. Ha richiamato all’orgoglio della storia della Cgil e all’importanza di restare uniti, anche se con le diversità che ciascuno esprime nelle idee e nelle opinioni.
Tania Scacchetti